RESOCONTO WORKSHOP LE SFIDE DELLA VITICOLTURA SOSTENIBILE

Il 24 gennaio è stata la volta della filiera vitivinicola; due i workshop realizzati durante i quali il nostro esperto, prof. ssa Stefania Pollastro del Dipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro ha relazionato sui nuovi approcci alla gestione della vite da vino per migliorare la sostenibilità del processo produttivo.

Le innovazioni che si potrebbero adottare sono tante: impiego di antagonisti microbici, utilizzo di sostanze naturali come induttori di resistenza, adozione di Decisional Support System, uso di droni per l’acquisizione di mappe vegetazionali, ecc… il tutto però deve partire da una consapevolezza dell’imprenditore agricolo: viviamo in un sistema dinamico, il vigneto è un sistema dinamico, la pianta è un essere vivente che va “curato da specialisti”, proprio come accade quando siamo noi persone ad essere malate.

Ecco che il “saccio io” che spesso si sente dire da imprenditori agricoli che hanno alle spalle anni di esperienza, che hanno ereditato il sapere dai propri antenati e che sono ingessati nelle proprie convinzioni, deve essere superato dalla capacità di ascolto e confronto con tecnici e specialisti. È l’apertura mentale che serve, e che è la prima innovazione che l’azienda agricola deve mettere in atto.

Non serve dotarsi di tecnologie d’avanguardia se non si ha la capacità di mettere in discussione le proprie prassi consolidate ed utilizzare con coerenza ed efficacia quegli strumenti di cui già l’imprenditore agricolo dispone, come per esempio il quaderno di campagna. Questo non deve essere visto come un mezzo di controllo per finalità sanzionatorie, ma come uno strumento indispensabile a raccogliere le serie di dati che permettono di mantenere la memoria di quello che è successo nel vigneto e di ricostruire la sua storia. Proprio perché il vigneto è un sistema dinamico, da una annualità all’altra le risposte delle piante inevitabilmente cambiano ed avere memoria scritta di tali cambiamenti permette di lavorare in maniera preventiva, perché la pianta sia pronta a difendersi nel momento in cui si potrebbe presentare l’infezione. Anche il quaderno di campagna, che dovrebbe essere uno strumento consolidato, diventa un utile elemento di innovazione, che può essere integrato con le tecnologie digitali e può essere facilmente gestito se c’è un coordinamento condiviso.

Numerose sono state le richieste raccolte al termine dell’incontro di poter ampliare questo tipo di iniziative; di certo abbiamo creato un contatto diretto tra fabbisogno di conoscenze ed esperto che quelle conoscenze è ben felice di poterle divulgare.