Legacoop mette a confronto cooperatori, Regione, Università e Iamb

Affrontare collegialmente il tema dell’innovazione in agricoltura grande motore di sviluppo per le nostre cooperative è l’obiettivo del progetto “Sostenibilità Innovazione” promosso dalla Lega delle cooperative per diffondere la cultura dell’innovazione nell’agroalimentare partendo dalla vocazione naturale della Puglia a coltivare una vasta gamma di prodotti e a farlo in un’ottica di qualità. Questo ha sottolineato Angelo Petruzzella, responsabile settore agroalimentare di Legacoop Puglia, aprendo i lavori nella prima tappa del Progetto, a Fasano nella cooperativa Progresso Agricolo, riportando le tante esperienze di eccellenza delle cooperative aderenti a Legacoop.
Un concetto condiviso da Nicola Pentassuglia , presidente della cooperativa Progresso Agricolo che nel suo saluto iniziale ha illustrato i passi avanti fatta dalla cooperativa puntando proprio sull’innovazione. Una innovazione che è servita anche a contrastate i danni derivanti dai cambiamenti climatici di cui un esempio lampante sono quelli provocati dagli “storni” che si stanno trasformando in un vero e proprio flagello per le produzioni agricole.
Al focus sulla Forza della filiera in un settore che per essere competitivo non può prescindere dal presentarsi in grandi aggregati sul mercato, era presente Giuseppe Piscopo, direttore nazionale Legacoop Agroalimentare.
Lo ha ribadito con convinzione Mirco Zanotti, presidente della cooperativa di ortofrutta nata sessant’anni fa Apofruit che con i suoi 400 soci in Puglia dei totali 3287, continua a crescere con i suoi 278 milioni di euro di giro d’affari e le 290 mila tonnellate di prodotto conferito.
Una realtà quella di Apofruit che non poteva non cogliere l’opportunità dell’innovazione spingendosi sulla specializzazione sui principali prodotti ortofrutticoli italiani che si esprime nella qualità e nella differenziazione dell’offerta con uno sguardo particolare sul biologico, nel rinnovamento varietale, nell’innovazione di prodotto e di processo, nei servizi adeguati ai moderni canali di vendita, nell’organizzazione produttiva su tutto il territorio nazionale.
Attenzione al biologico, ma anche alla nuova frontiera del biodinamico anche da parte della cooperativa Organizzazione Produttori Terra di Bari vocata alla produzione di uva da tavola . “L’innovazione – ha detto il presidente Luigi Rizzo – ci ha permesso di far crescere i produttori e di guardare i mercati europei dove non saremmo mai arrivati da soli. Il fatto di stare nella fascia alta di prodotto ci ha obbligai ad elevare il livello delle nostre aziende dotandoci di tutte le certificazioni di qualità per poter portare i nostri prodotti nelle principali catene della Grande distribuzione europea”.
Sulla diversificazione di prodotto ha puntato anche la coop Acli di Racale il cui direttore, Enzo Manni, è stato tra i primi ad aver segnalato il batterio della xylella, nonostante il quale, insieme alla sua cooperativa, ha deciso di guardare avanti e di differenziare il prodotto non solo per continuare ad esistere ma per provare a crescere. Operazione riuscita, puntando sulla patata novella e ricevendo la seconda dop di prodotto in Italia.

“Nonostante la xylella – afferma Manni – il nostro fatturato è cresciuto del 20-30% e questo perché abbiamo puntato sulla territorialità, sulla stagionalità dei prodotti e sullo spirito cooperativo”.
Per Benedetto Fracchiolla, Presidente di Finoliva Global Service , società commerciale per l’olio extra vergine di olivo, interamente controllata dalle cooperative, l’innovazione sta anche nel dare valore alle cose che si fanno e “che siamo gli unici a fare”, con uno sguardo sempre attento alle esigenze del consumatore (ad esempio ,il modello cooperativo può garantire meglio di chiunque altro la tracciabilità dei prodotti ) e a modelli sempre nuovi di semplificargli la vita.
Non solo cooperative. Il progetto “Sostenibilità Innovazione” si avvale della collaborazione di enti locali, istituti di ricerca, Università degli studi di Bari.
Per la Regione Puglia Luigi Scamarcio della sezione Competitività nelle filiere agroalimentari ha invitato le imprese cooperative ad un approccio collaborativo con l’ente finanziatore ribadendo l’impegno della Regione a dare una risposta rapida su questi temi a cui crede molto, con l’istruttoria dei 128 progetti pervenuti ai sensi della misura 16.2 con la quale la Regione intende sostenere i processi di innovazione in puglia mettendo a disposizione 24 milioni di euro.
Il progetto Lega ha coinvolto anche l’Istituto Agronomico Mediterraneo, e la dott.ssa Francesca Volpe ha voluto annunciare il primo master breve in innovazione e imprenditorialità giovanile che partirà a settembre. 10 settimane di master rivolto a giovani anche già occupati. “Perché l’innovazione – ha sottolineato – è anche organizzativa, ovvero cultura di impresa che produce innovazione, è anche creare una idea con qualcuno che può realizzarla, facendo valere il principio della contaminazione”. Anche l’Università può fare molto in termini di diffusione della cultura dell’innovazione nel settore agricolo. Anche attraverso forme che prima ancora che alla tecnologia guardino a cooperazione, qualità e attenzione al consumatore come modelli di innovazione che traguardino l’impresa a diminuire la distanza tra profitti e costi, come ha evidenziato il professor Rocco Roma della facoltà di Agraria.